Prima di rimettersi a quest'ultime è bene infatti osservare i dettagli: in primo luogo gli anacronismi di alcuni materiali usati (come le vernici, per esempio) dicono molto in tal senso. Ma non solo. Anche la zona dove è apposta la firma o il tipo di pennellata possono fornire utili indizi.
Passando alle diverse tecnologie troviamo, per esempio, i raggi X che ci permettono di scoprire se sotto al dipinto ci siano segni particolari; con la misurazione della radioattività del piombo possiamo invece scoprire l'età dell'opera. L'utilizzo di sofisticati software danno invece la possibilità di valutare la regolarità statica dei fili della tela, allo scopo di determinare l'epoca di creazione della stessa.
Altre metodologie usate sono: l'analisi con la lampada di Wood che segnala stucchi, vernici o altre sostanze utilizzate per i classici ritocchi o il duroflessimetro che, attraverso l' essicamento della pittura permette di arrivare allo stesso obiettivo. Tramite l'analisi microscopica si risale ai segni di invecchiamento del quadro in generale e con l'analisi spettroscopica a infrarosso si determina, con un minimo margine di errore, l'età del legno. Ma se tutte queste e altre analisi non dovessero bastare e se cadessimo in errore, come potremmo essere tutelati a livello legale?
Per fortuna la giurisprudenza, che ha cambiato l'orientamento generale, da qualche anno tutela gli acquirenti frodati. In origine, al di là dei risvolti penali, si faceva ricadere solo sull'acquirente il “rischio di acquisto”. Adesso invece l'autenticità dell'opera è considerata parte integrante dell'accordo fra le parti. In più, è stato aggiunto l'obbligo di consegna dell'attestato di autenticità e provenienza attraverso un certificato ufficiale.
In caso quindi di scoperta della non autenticità di un'opera, l'acquirente ha tutto il diritto di essere rimborsato in toto della cifra, sommata sia all'eventuale danno subito che agli interessi maturati. Come in tanti altri ambiti, vi è da fare i conti con la prescrizione che in questo settore è di 10 anni. Famoso, a tale riguardo è il caso che ha visto implicato un collezionista che nel 1970 acquistò un dipinto erroneamente attribuito a Giorgio De Chirico e, solo dopo il 1991 a prescrizione già avvenuta, etichettato come falso. Il consiglio è quindi di attivare fin da subito tutte le procedure atte a garantire la reale autenticità delle opere, partendo da attente valutazioni sulle documentazioni ricevute dai venditori.