Dopo la Lussuria e la Seduzione il viaggio allegorico delle calzature prosegue nel mondo dei penitenti e, risalendo lungo le sue cornici, s’imbatte in quella dei superbi, dei vana-gloriosi: fil rouge della fiera sarà quindi la “Vanità”.
La Vanità è la femmina tentatrice, colta con le braccia alzate che incorniciano la bellezza del suo volto, il cui sguardo intenso sfida la leggiadria di un pavone bianco affascinato dalle sue scarpe, più che dal suo avvolgente abito di pizzo che si apre a ruota per imitarlo. Ma la vanità è anche quella dell’uomo vanaglorioso, sfacciatamente sicuro di se, orgoglioso dei suoi trofei che primeggiano ai suoi piedi e che con la complicità del suo pavone, sembra in attesa di essere idolatrato per la sua bellezza.
Le calzature dunque continuano a sedurre: la Vanità infatti rappresenta l’umano desiderio di essere ammirati e idolatrati dal mondo e le collezioni esposte a MICAM, rispecchiano perfettamente queste caratteristiche ed esercitano in chi le osserva un fascino senza tempo e senza confini.